Tra metro e stazioni, vigilantes italiani sottopagati e senza formazione

Lavoro

09/01/2015

Tra metro e stazioni, vigilantes italiani sottopagati e senza formazione

Vigilano ogni giorno, armi in pugno, su migliaia di obiettivi sensibili. Dalle stazioni metro a quelle ferroviarie, dagli aeroporti agli ospedali, dalle opere d’arte alle aziende. Come e più delle forze dell’ordine. Ma sono spesso sottopagati e non ricevono la formazione adeguata al compito che svolgono, e cioè garantire la sicurezza dei cittadini. Sono gli oltre 35mila vigilantes privati che lavorano nel nostro Paese. Un settore particolarmente ‘caldo’, visto l’allarme sicurezza scattato dopo l’attentato terroristico di Parigi.

“I vigilantes, o guardie giurate, presidiano il territorio, gli obiettivi sensibili, dalle stazioni ferroviarie al metro, dagli aeroporti agli ospedali -spiega a Labitalia Sabina Bigazzi sindacalista della Filcams Cgil nazionale che segue il settore e lancia l’allarme- e sono tenuti a segnalare, secondo il Testo unico della pubblica sicurezza, eventuali situazioni sospette”.

Ma, proprio per il settore che dovrebbe garantire la sicurezza, mancano ancora regole ‘certe’, attacca il sindacato. “Il settore -spiega Bigazzi- è regolato dal Testo unico di pubblica sicurezza, ma siamo ancora in attesa della riforma del ministero dell’Interno, manca ad esempio il decreto per regolare la formazione. Adesso, ad esempio, c’è stato l’appalto per vigilanza all’Expo, un evento ‘caldo’ e per il quale dovranno essere impiegati tanti vigilantes ‘formati’ su eventuali attacchi terroristici. Ad oggi, però, manca il decreto del ministero sulla formazione”.

E in questi anni la crisi economica non ha di certo aiutato il settore. “Negli ultimi anni, per via della crisi, molti enti anche pubblici -spiega Bigazzi- hanno tagliato il servizio di vigilanza privata, sostituendolo con semplici servizi di portierato. E così facendo si sono persi molti posti di lavoro e si è messa a rischio la sicurezza”.

“I vigilantes privati -prosegue- sono infatti ‘decretati’ dalla prefettura, hanno un porto d’armi, e in teoria dovrebbero avere una qualificazione e una formazione legata alle attività che svolgono. Quindi, da una parte -sottolinea ancora la sindacalista- si parla di innalzare il livello di sicurezza, dall’altra lo si abbassa per il risparmio”.

Un mestiere, quello del vigilantes, sempre più sottopagato, attacca la Filcams. “Dopo tanti anni di servizio, il massimo che si può raggiungere sono 1.300-1.500 euro lordi in busta paga -spiega Bigazzi- e questo spinge molti a fare tantissimi straordinari, pratica che è assecondata dalle aziende, visto che costa meno pagare gli straordinari che assumere nuovo personale”.

E anche tra le aziende, attacca il sindacato, c’è tanta confusione. “Per esercitare l’attività -spiega la sindacalista- un’impresa deve ottenere la licenza dalla prefettura. Oggi le licenze in Italia sono circa 800, e quindi questo vuol dire, pensando a quanti sono gli addetti, che ci sono tantissime imprese microscopiche”.

“Ci sono zone del Paese, come la Campania, in cui il settore è paragonabile a un vero e proprio far west: le aziende ad esempio -conclude Bigazzi- dovrebbero garantire formazione ed esercitazioni, ma molto spesso questo non avviene”.

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Tra metro e stazioni, vigilantes italiani sottopagati e senza formazioneultima modifica: 2015-01-10T11:45:22+01:00da sagittario290