A rischio 900 posti in una società di vigilanza privata

Palermo.Repubblica

Cronaca

15 marzo 2018

A rischio 900 posti in una società di vigilanza privata

L’azienda “La Sicurezza” di Raddusa fa scattare i licenziamenti. La Uiltucs: “Intervenga il prefetto di Catania”

di ISABELLA NAPOLI

La società di vigilanza privata “La Sicurezza” di Raddusa nel catanese fa scattare i licenziamenti e la Uiltucs chiede l’intervento del prefetto di Catania. “In questi giorni – spiega il sindacato guidato da Marianna Flauto – alcuni lavoratori della società con sede a Raddusa e che opera in tutte le province siciliane, stanno ricevendo le lettere di licenziamento”.

A essere coinvolti al momento sono 20 guardie giurate a Enna, Caltanissetta e Agrigento e 9 a Palermo ma, a detta del sindacato, ai primi licenziamenti potrebbero scattarne altri e potrebbero essere coinvolti tutti i 900 dipendenti. All’azienda nei giorni scorsi era stata ritirata la licenza dalla prefettura di Catania, anche a seguito del sequestro di beni scattato a dicembre scorso su ordine del Gip del Tribunale di Caltagirone e su richiesta della Procura calatina, per sospetta evasione fiscale. “Eravamo stati rassicurati dalla prefettura di Catania – spiega Flauto – sul fatto che i lavoratori sarebbero stati salvaguardati. La prefettura aveva comunicato che per i committenti pubblici il servizio passava al secondo aggiudicatario. Abbiamo chiesto che venissero garantiti i livelli occupazionali e che fossero monitorate le tariffe applicate negli appalti pubblici che si era aggiudicata. Dalle notizie che ci arrivano il film sembra diverso. La società ha alle sue dipendenze circa 900 persone e siamo molto preoccupati per la loro sorte. Se le prefetture non intervengono sui committenti, arriveranno altre lettere di licenziamento. Il rispetto delle legge si deve pretendere ma i lavoratori vanno garantiti e le istituzioni devono comprendere che quando ci sono in ballo centinaia di famiglie bisogna trovare soluzioni tempestive senza temporeggiamenti o rinvii. Abbiamo chiesto un incontro regionale al prefetto di Catania ma ad oggi nessuna risposta. Chiediamo al prefetto di Catania, considerato che l’azienda operava con licenza della prefettura di Catania – chiosa la sindacalista – di convocare con urgenza un tavolo con tutti i soggetti coinvolti per avere chiaro quali azioni intraprendere per tutelare questi lavoratori, per garantire le loro famiglie e non disperdere professionalità. Dato che i lavoratori operano con committenti sia privati sia pubblici e sono dislocati in più province, si rende necessario un coordinamento tra le Prefetture delle varie province coinvolte nel tentativo di ricercare una o più soluzioni a tutela di questo bacino”.

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