Pagato quattro euro l’ora, vince la causa con l’azienda

Cronaca

26/10/2017

Pagato quattro euro l’ora, vince la causa con l’azienda

La guardia giurata torinese ha avuto gli arretrati: ma ora i colleghi mi isolano

Claudio Laugeri

TORINO – Ha fatto causa. L’ha vinta. Anche in appello. L’azienda ha pagato il meno possibile, ma ha pagato. E Mario (il nome è di fantasia) è diventato scomodo. I primi a metterlo in disparte sono i colleghi, che non lo hanno più invitato alle riunioni tra dipendenti. Lui, al telefono minimizza: «Lavoro soltanto con un collega e lui ha lo stipendio come il mio». Mario è una guardia giurata. Lavora davanti a una banca. Sempre per 4 euro e 40 lordi l’ora, poco più di 3 e 30 netti.  

LA CAUSA  

«L’azienda ha pagato l’arretrato per il periodo di riferimento della causa», spiega l’avvocato Fausto Raffone, che difende gli interessi del lavoratore. Mario ha incassato poco meno di cinquemila euro, ma lo stipendio è rimasto lo stesso. «L’unico aumento è per alcuni “scatti” legati a una qualifica cambiata», spiega. Da 715 euro lordi a 830. Secondo i calcoli del difensore e la stima servita per gli arretrati, lo stipendio dovrebbe essere di almeno mille e 200. «L’azienda ha applicato alla lettera la sentenza, senza provvedere per il periodo successivo a quello contestato», aggiunge l’avvocato. L’azienda è la «Prodest Servizi Fiduciari», con sede a Milano e appalti in varie zone d’Italia. Nel processo d’appello, la difesa di Mario aveva anche chiesto di adeguare lo stipendio nel periodo successivo e per il futuro. La sentenza ha dato ragione al lavoratore. «Attendiamo di vedere quale sarà l’atteggiamento dell’azienda», dice ancora l’avvocato. 

LA SITUAZIONE  

Il futuro dipende da quanto l’azienda confidi nei risultati di un eventuale ricorso in Cassazione. Certo, un po’ di tempo passerebbe. E magari, potrebbe arrivare a scadenza l’appalto, con possibilità di partecipare alla gara con un’altra società. Condizioni diverse, magari anche personale diverso. 
Con Mario, la società ha mantenuto la stessa linea. Gli ha attribuito uno «scatto» di livello. Punto. Anche perché, portare la retribuzione al livello richiesto dalla difesa (e confermato dalla sentenza d’appello) avrebbe significato creare un precedente per altri lavoratori. E comunque, nessun collega di Mario ha manifestato l’intenzione di avviare una causa. Hanno paura. Non delle rappresaglie. Peggio. Per assurdo, temono la sconfitta dell’azienda, che potrebbe ritrovarsi a dover pagare stipendi diversi da quelli previsti. Con il conseguente fallimento. E per quei lavoratori, questo significherebbe perdere il lavoro. 
 
LE PROSPETTIVE  

E così, il paradosso finisce per governare le azioni di chi avrebbe diritto a far valere le proprie ragioni. Nella sentenza di primo grado, il giudice Giorgio Mariani ha scritto: «Una retribuzione che prevede una paga oraria di 4 euro e 40 lordi, manifestamente non è sufficiente al lavoratore per condurre un’esistenza dignitosa e far fronte alle ordinarie necessità della vita». L’accostamento era all’articolo 36 della Costituzione: ««Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionale alla quantità e qualità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa». Mario è ancora in attesa. 

http://www.lastampa.it/2017/10/26/cronaca/pagato-quattro-euro-lora-vince-la-causa-con-lazienda-10OIAGMc3Q2bgv4AH0NdpL/pagina.html

Pagato quattro euro l’ora, vince la causa con l’aziendaultima modifica: 2017-10-27T12:00:12+02:00da sagittario290