«Devono pagare tutti». Clan del pizzo a Torre: chiedevano da 4 a 100mila euro, al via gli interrogatori

Cronaca

08/09/2017

I DETTAGLI

«Devono pagare tutti». Clan del pizzo a Torre: chiedevano da 4 a 100mila euro, al via gli interrogatori

di REDAZIONE

TORRE ANNUNZIATA. Il tariffario del pizzo variava da vittima a vittima, dai 100 ai 4mila euro, ma tutti dovevano pagare.

IL RETROSCENA. Oggi, nel carcere di Vibo Valentia, ci sarà il primo interrogatorio. Sarà ascoltato Ciro Nappo, già detenuto da un anno, alla presenza del suo avvocato di fiducia, il penalista Giovanni Tortora – scrive Il Roma – Domani mattina, si terranno gli interrogatori per la convalida per tutti gli altri arrestati e che si trovano ristretti nelle celle del penitenziario di Secondigliano.

È dunque il tariffario del “pizzo” il retroscena che emerge dalle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, guidati dal tenente colonnello Leonardo Acquaro, e coordinate dal pm Sergio Ferrigno della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, chiuse con l’esecuzione di un decreto di fermo nei confronti di 12 presunti affiliati al clan Gionta, tra cui i due attuali reggenti. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di estorsione, detenzione e porto illecito di armi, reati aggravati dalle finalità mafiose.

GLI ARRESTATI. In carcere a Secondigliano sono finiti Luigi Della Grotta, alias Gigino ’o panzarotto, 49 anni, e Vincenzo Amoruso, detto ’nzerrino, 47 anni, sorvegliato speciale. Entrambi sono ritenuti a capo del nuovo gruppo della vecchia guardia del clan Gionta, composto anche da Ciro Nappo, 44 anni, e Pietro Izzo, 41 anni, gli unici già detenuti; e ancora Luigi Caglione, alias “Gino Canale 5”, 52 anni, imparentato con Ernesto Gionta, fratello del capoclan Valentino; Oreste Palmieri, detto Sasà ’o luongo,37 anni; Raffaele Passeggia, alias Padre Pio, 57 anni; Salvatore Ferraro, ’o capitano, 52, ex, residente di Palazzo Fienga; Valerio Varone, 38 anni, l’unico di Pompei, ritenuto uno dei custodi delle armi; e Raffaele Abbellito, alias ciaciello, 45enne; e i due incensurati Catello Nappo, 24 anni, fratello di Ciro, e Leonardo Amoruso, 43 anni, cugino di Vincenzo.

I RUOLI E LE VITTIME. Ognuno aveva un ruolo ben preciso, secondo l’Antimafia. Ad esempio, Leonardo Amoruso custodiva una parte della cassa del clan all’interno di una pescheria, dove alcune vittime si presentavano per versare la rata del pizzo. Invece, gli altri andavano a minacciare direttamente commercianti e imprenditori di persona, presentandosi a nome dei “due boss che abbiamo adesso”, come scritto anche in un pizzino. Tra le vittime, ci sarebbero un centro medico, un bar, un ristorante, un’azienda di pompe funebri, una vigilanza privata, alcune aziende portuali, una società di ormeggi, pescherie e negozi di abbigliamento.

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«Devono pagare tutti». Clan del pizzo a Torre: chiedevano da 4 a 100mila euro, al via gli interrogatoriultima modifica: 2017-09-09T11:45:18+02:00da sagittario290