Vigilantes privati contro il degrado in zona stazione

MattinoPadova

Cronaca

25 agosto 2017

Vigilantes privati contro il degrado in zona stazione

È l’idea degli esercenti stufi di spacciatori davanti ai negozi: «Ciascuno deve fare la sua parte, ma servono più controlli»

di Felice Paduano

PADOVA. Sia i cittadini che passano per la zona della stazione in tram, in bus, in bici o a piedi sia i residenti e i commercianti, che vivono e lavorano tra piazza Stazione e piazza De Gasperi, non ce la fanno più a vedere ogni giorno, e ogni sera, così tanti spacciatori e delinquenti bivaccare sotto i portici del grattacielo Belvedere, in via Daniele Donghi, in corso del Popolo, in via Cairoli, via Nino Bixio e lungo il cosiddetto Boulevard des Etrangers.

Nelle ultime settimane il via vai degli sfaccendati è cresciuto a ritmo esponenziale. Per cercare di arginare la crescita del degrado, sono già numerosi i commercianti della zona che si stanno attivando per affidarsi al servizio dei vigilantes privati. «Non è un’idea negativa» osserva Sante Tartaglia, direttore del Grand’Italia, «i balordi che bivaccano davanti le nostre attività sono diventati troppi.

Le forze dell’ordine fanno quello che possono, ma siamo in piena emergenza. Servirebbe effettuare controlli continui e verificare come e dove vivono così tanti immigrati. Basta, poi, con la politica dei blitz periodici e dei sequestri di droga che servono a poco. Il vero e grande problema del lato ovest della stazione è la riqualificazione urbanistica e commerciale.

Sindaco e assessore al Commercio, che sembrano partiti con il piede giusto, devono organizzare un summit in Comune con i titolari del Mc Donald’s, dell’ex Punto Snai (sfitto da circa due anni, ndr), dell’ex-Blockbuster (oggi negozio di ortofrutta gestito da un tunisino) e dell’ex Hotel Monaco, chiuso cinque anni fa dopo il ritiro a vita privata delle due sorelle Vescovi che lo gestivano da decenni. Deve partire una nuova e più stretta collaborazione tra privati e pubblico per aprire lungo il boulevard nuove ed eleganti attività gestite da imprenditori che si pongano l’obiettivo di tenere lontano dalla zona gli immigrati che hanno deciso di vivere al di fuori della legalità». Anche qualche negoziante straniero è d’accordo ad assumere vigilanti privati pur di lavorare in un ambiente libero da presenze delinquenziali:«Se sarà necessario, anch’io darò la mia quota» conferma Abu Taher, gestore di Kebab e Più, «ma ora per noi “kebabbari” della stazione il problema prioritario è quello di far abolire dalla nuova amministrazione comunale l’obbligo di chiusura alle 20».

Diverse le posizioni di Mc Donald’s, del Caffè Marilyn e del Bar Birreria Pedavena. «Noi il vigilante interno ce l’abbiamo già» dice la direttrice del Mc Donald’s, «spetta alla forza pubblica provvedere al controllo degli spacciatori nello spazio esterno». Sintetici i commenti di uno dei due titolari del Pedavena e del bar di piazza De Gasperi: «Neanche i vigilanti privati potrebbero dare una svolta al degrado davanti e dietro la stazione» afferma il gestore del bar all’angolo con via Donghi, dove gruppi di tossicodipendenti bivaccano da decenni, «spetta al governo cambiare subito le leggi sull’immigrazione. Altrimenti in Italia, tra vent’anni, saremo in minoranza. E poi, lasciatemelo dire una volta per sempre, prima la legalità e poi l’accoglienza».

Carlo Polito invita tutti a darsi da fare: «Ogni baristadeve diventare il vigilante del proprio locale» osserva il titolare del Marilyn, «bisogna avere il coraggio di mandare via chi vive al di fuori della legalità e di chiamare la polizia ogni volta che entra nel locale gente nota a tutti per i suoi legami con la criminalità».

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