Securpol, crac da 100 milioni: centinaia di lavoratori a rischio da Fiumicino a Civitavecchia

Cronaca

25 giugno 2017 – 12:47

Securpol, crac da 100 milioni: centinaia di lavoratori a rischio da Fiumicino a Civitavecchia

I dipendenti sperano nell’amministrazione controllata. Martedì l’incontro dei sindacati al Ministero dell’Interno

di Fabio Paparella

Grande apprensione da parte dei lavoratori dell’azienda Securpol che, in seguito al fallimento nel 2013 di una società collegata, la Futura Srl, si trovano ora esposti al rischio di perdere il proprio posto di lavoro. Solo nella sede amministrativa di Fiumicino sono oltre 330 le guardie giurate che lavorano sul territorio di Roma e provincia – a Ladispoli, Cerveteri, Fregene, Maccarese, Santa Marinella e Civitavecchia (ma anche Tarquinia in provincia di Viterbo). Un totale di circa 350 lavoratori considerando anche gli impiegati amministrativi che ora sono costretti a lavorare sotto l’ombra di un enorme punto interrogativo che pesa sul futuro dell’istituto di vigilanza.

E’ di lunedì, infatti, la notizia dell’arresto del “dominus” della Securpol Group S.r.l, Angelo Menghini, 72 anni, del figlio Omar, 42 anni, e del braccio destro Roberto Parascandolo (clsse 1954), condotto dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma proprio in relazione al fallimento della Futura 2011 S.rl.

Il gip del tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha coordinato le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per bancarotta fraudolenta aggravata a carico dei tre imprenditori, accusati di aver causato un dissesto di oltre 100 milioni di euro.

Le attività di indagine hanno permesso di accertare l’utilizzazione di Futura 2011 come una bad company al solo fine di compiere operazioni in danno dei creditori. Diverse società del gruppo Securpol sarebbero state trasferite alla Futura 2011 S.r.l, subendo un completo depauperamento, mentre i rami di azienda in attivo venivano trasferiti alla nuova Securpol Group s.r.l a fronte di un corrispettivo che, in parte, non sarebbe stato neanche percepito dalla locatrice. Quindi circa 100 milioni di euro di debiti delle imprese citate nei confronti dell’Erario hanno gravato sulla Futura 2011, fino al fallimento. Tra le poste attive che sarebbero state distratte dal patrimonio della Futura 2011 proprio il marchio Securpol, del valore di 6 milioni di euro e ceduto a titolo gratuito.

Giovedì mattina si è svolta un’udienza presso il Tribunale di Roma nella quale ancora non si è sciolta la riserva dei giudici tra l’ipotesi, caldeggiata dai lavoratori, di un piano di rientro con una sorta di amministrazione controllata e, quella più temuta, di un sequestro e pignoramento per onorare i debiti.

Circa 350 dipendenti della Securpol si sono recati venerdì proprio davanti al Tribunale in Viale Giulio Cesare per manifestare contro una decisione che potrebbe avere delle conseguenze nefaste direttamente sulla loro pelle. Parliamo di una ricaduta occupazionale che riguarderebbe i circa 1500 dipendenti che Securpol ha in Italia, più gli esterni con partita Iva che lavorano in via esclusiva con l’azienda, per un totale di quasi 2000 famiglie che andrebbero ad infoltire la già ampia schiera di disoccupati e a cui lo stato dovrà pagare la disoccupazione.

“Abbiamo intenzione di portare avanti il lavoro, cercare di salvare la Securpol anche se non sarà più di proprietà della famiglia Menghini – spiega Marco I., impiegato amministrativo e guardia particolare giurata – non stiamo vendendo caramelle, si parla di sicurezza sia pubblica che privata…abbiamo clienti con contratti che dobbiamo rispettare, quindi cercheremo di farci forza e non demordere.”

“Naturalmente – continua Marco – le guardie giurate che prestano servizi operativi andranno a lavorare con preoccupazione, ma con la massima professionalità e serietà per espletare le mansioni per le quali sono stati incaricati. Noi amministrativi faremo in modo che sia questo mese sia i prossimi venga retribuito il lavoro svolto sia a noi sia agli operativi.”

“Tra noi lavoratori – conclude – c’è una grande solidarietà. Non siamo più colleghi, ma fratelli di una grande famiglia che vogliamo difendere”.

Mentre, in attesa della decisione del tribunale, giungono rassicurazioni ai lavoratori, il 20 giugno il segretario nazionale dell’Ugl Enrico Doddi ha inoltrato al Ministero dell’Interno una lettera di richiesta di incontro urgente. La richiesta ha avuto riscontro positivo. Martedì 27 giugno le sigle sindacali firmatarie del contratto collettivo nazionale e l’Ugl Sicurezza Civile si recheranno al Ministero dell’Interno per una riunione chiarificatrice.

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Securpol, crac da 100 milioni: centinaia di lavoratori a rischio da Fiumicino a Civitavecchiaultima modifica: 2017-06-26T11:45:42+02:00da sagittario290