Speronavano i furgoni coi soldi delle slot machine, poi le rapine: arrestati due palermitani

PalermoToday

Cronaca

28 aprile 2017 17:40

Speronavano i furgoni coi soldi delle slot machine, poi le rapine: arrestati due palermitani

Erano diventati l’incubo delle guardie giurate e dei corrieri degli istituti di vigilanza privata: in manette una banda che agiva al Nord. Decine di colpi violenti, con i mezzi incendiati per non lasciare tracce e le minacce: “Quattro botte sul muso appena parlano”

Redazione

Erano diventati l’incubo delle guardie giurate e dei corrieri degli istituti di vigilanza privata. Rapina aggravata, furto aggravato in concorso, ricettazione, danneggiamento e incendio: con queste accuse i carabinieri di Vigevano, in provincia di Pavia, dopo una lunga indagine, hanno arrestato due palermitani, di 53 e 45 anni, ritenuti autori materiali dei colpi commessi tutti al Nord, tra Lombardia ed Emilia, nelle province di Pavia, Milano, Alessandria, Piacenza, Cremona e Lodi.

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Gli arresti sono scaturiti dopo lunghe intercettazioni e pedinamenti. I militari hanno sgominato una banda di rapinatori armati e violenti, protagonisti di una serie di assalti, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. In manette anche due milanesi, mentre cinque fiancheggiatori sono stati denunciati in stato di libertà. Nel mirino del gruppo – che non disdegnava spaccio e piccoli furti per racimolare i soldi necessari per i colpi più grandi – finivano soprattutto i dipendenti di società di sicurezza privata che prendevano in carico gli incassi di bar e locali con le slot machine.

La banda sarebbe responsabile di 20 colpi. Il modus operandi era sempre lo stesso. La banda rubava un’auto e con quella stessa macchina speronava la vettura della vittima, che – una volta “in trappola” – veniva minacciata con le armi per consegnare il bottino. Quindi, alla fine del colpo, davano fuoco ad auto e furgoni per non lasciare tracce.

Questa era la strategia della banda criminale: “Per vincere (alle slot) c’è un sistema solo: aspettare quello che conta i soldi e scarica tutte le macchine e fa metà con il gestore. Lo prendi lì nel furgone, lo perquisisci, lo fai scendere e ci prendi tutti i soldi”. E se il conducente del portavalori opponeva resistenza: “Quattro botte sul muso appena parla”. In diverse occasioni aveva funzionato, fruttando alla gang decine di migliaia di euro. Ma il colpo della vita, quello da mezzo milione ai danni di un portavalori di Piacenza per cui si stavano rifornendo di “bombe a mano e fucili automatici”, è stato mandato all’aria dai carabinieri.

La manette sono scattate infatti mentre il gruppo organizzava un assalto ad un furgone portavalori di un’agenzia di sicurezza e una rapina a mano armata in una gioielleria, il cui malloppo sarebbe servito proprio per compiere il colpo più grande. Scoperto il piano, i carabinieri sono intervenuti e hanno fermato i rapinatori a Rozzano mentre nascondevano importanti quantità di cocaina e hashish da vendere al dettaglio nel Milanese per riuscire a trovare i soldi per comprare le armi automatiche. Soltanto i furti e le rapine avevano fruttato alla banda circa 30 mila euro in contanti nel giro di meno di tre mesi.

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