Guardia rapinata e beffata: deve ricomprare la pistola

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Cronaca

15 aprile 2107

LA TESTIMONIANZA

Guardia rapinata e beffata: deve ricomprare la pistola

Il vigilante aggredito con un colpo di fucile e disarmato da oggi di nuovo al lavoro. «Stesso giro di ronda e sempre da solo: è il mio mestiere, non posso avere paura»

ARGENTA. Sono trascorsi 15 giorni da quella notte del 30 marzo quando a Consandolo, una guardia giurata dell’agenzia Securpol di Ferrara è stata aggredita da parte di Igor/Ezechiele. Le ultime due settimane la guardia le ha trascorse a casa, in infortunio, circondato dall’affetto della sua famiglia. Giorni che gli sono serviti per recuperare, per riprendersi fisicamente, e psicologicamente, da quella ferita al collo provocata da un pallino vagante di quella cartuccia calibro 12 sparata da un fucile da caccia.
Il grilletto era stato premuto più che altro per dare un colpo d’avvertimento per far capire all’agente Securpol (e ex carabiniere) che non era il caso di fare l’eroe, che lì la situazione poteva degenerare per davvero. L’uomo ha fatto quello che gli era stato intimato, ha lasciato la sua pistola semiautomatica (una Smith & Wesson calibro 9×21), sulla ghiaia ed è rimasto pancia a terra senza rivolgere nemmeno uno sguardo all’aggressore che poi si è dileguato nella campagna circostante.

Quindici giorni di riposo anche per recuperare lo stato psicologico necessario per ritornare in servizio. Ieri, quell’agente che si è visto la canna del fucile puntata in testa, era con sua moglie a fare la spesa ad Argenta. Un saluto cordiale, una stretta di mano e via a riparlare di quanto gli è capitato e soprattutto quanto sta capitando a causa di Igor. Tutto bene? Chiediamo. “Direi di sì. Domani (oggi per chi legge) riprendo servizio e guarda caso nella stessa zona e continuo a essere da solo. Non è cambiato assolutamente niente. Anzi – continua un po’ risentito – , una cosa è cambiata: ho dovuto acquistare una nuova pistola a mie spese perché non c’è l’assicurazione che la risarcisce. Quella che mi è stata presa è un’arma straordinaria e di valore. Qualsiasi collezionista l’avrebbe voluta». Ora la guardia nella fondina custodisce una Beretta «sempre 9×21».

Poi la conversazione inevitabilmente cade su quella notte da incubo («mai in oltre trent’anni di carriera mi era successa una cosa simile»), e sull scia di sangue successiva. «Se avessi reagito quella notte – aggiunge -, in quel tragico elenco di morte, di sicuro ci sarebbe stato scritto anche il mio nome. Mi urlava di stare fermo, di non muovermi. Era calmo e padroneggiava la situazione. Mi ha chiesto se ero ferito, gli ho detto che sì, ero stato colpito. Mi ha detto di restare a terra, di aspettare qualche minuto e poi di chiamare l’ambulanza. Ho fatto così. Ho aspettato e poi chiamato il 118 e i carabinieri. “Mi hanno sparato”, ho detto».

Quando pochi giorni dopo ha sentito della rapina e dell’omicidio del barista Budrio, prima ancora di essere contattato per le indagini, la guardia giurata aveva avuto la sensazione che a sparare era stata la pistola rubatagli qualche notte prima. Poi il killer è tornato a sparare e uccidere nel Mezzano.

«Io l’ho detto fin dall’inizio anche ai carabinieri – continua – questo è uno che sa il fatto suo. È ben addestrato e l’atteggiamento che ha avuto con me conferma tutto ciò che ha fatto e sta facendo in questi giorni». Ad avvallare l’ipotesi di un complice o di un favoreggiatore c’è quella telefonata che il killer avrebbe fatto mentre la guardia si trovava stesa a terra. «Me lo ricordo benissimo perché, nonostante la situazione, ho cercato di rimanere lucido e di mantenere la calma: lui ha parlato con qualcuno al telefono. Ha detto di avere la pistola, di averla presa a uno della Securpol. Poi è scappato».

Giorgio Carnaroli

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Guardia rapinata e beffata: deve ricomprare la pistolaultima modifica: 2017-04-16T11:30:12+02:00da sagittario290