Cronaca
18 gennaio 2017
Politica e sindacati: “Allarme sicurezza all’ospedale Maggiore di Bologna”
Dopo l’aggressione a una dottoressa e a un’infermiera, la Cisl chiede guardie giurate anche di notte e la Lega dei presidi fissi di polizia. Uil: “Pronto soccorso un luogo di frontiera”
Al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Bologna serve una guardia giurata 24 ore su 24. Invoca la linea dura la Cisl-fp, che in una nota “ribadisce con forza” la richiesta di maggior sicurezza nella struttura, in particolare dopo l’aggressione a una dottoressa e a un’infermiera avvenuta lunedì sera.
“Non oltre un settimana fa, in una trattante aziendale la Cisl Fp Ausl Bologna ha rimarcato con forza il problema sulla sicurezza e il carico di lavoro del personale. Tema peraltro già affrontato dalla stessa sigla sindacale, nel luglio 2015, con le tre aziende sanitarie (Ausl, S.Orsola e Ior). Durante la trattante avevamo con forza sollecitato la presenza di una guardia giurata, per tutte le 24 ore della giornata, all’interno del pronto soccorso e richiesto di rivedere, in vista di un nuovo ampliamento, la struttura del triage garantendo così la privacy dell’utente e la sicurezza dell’operatore. E’ stato,inoltre, richiesta una terza unità medica con l’integrazione di un infermiere e di un operatore socio sanitario in più nelle ore notturne. Ora è necessario quanto prima tradurre nei fatti quanto sottoscritto nell’accordo”.
“Un presidio fisso delle forze dell’ordine” è quello che chiede invece Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega Nord, in un’interrogazione alla giunta Bonaccini, per “intervenire sul problema sicurezza al Maggiore, in particolare negli spazi del pronto soccorso”. La Uil, in una nota, esprime “massima solidarietà e vicinanza” agli operatori aggrediti nella notte all’ospedale e definisce il pronto soccorso “luogo di frontiera”. Il sindacato parla di una situazione “in cui non è garantita l’incolumità fisica dei cittadini e dei lavoratori” e invita l’Ausl ad aprire una “seria riflessione al fine di evitare che, prima o poi, avvenga l’irreparabile”.
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