Maxifurto di ricambi per 200.000 euro

iltirreno

Cronaca

03 dicembre 2016

Maxifurto di ricambi per 200.000 euro

Nel mirino la ditta di Riccardo Vanni in via Siria: i ladri hanno agito indisturbati e portato via quintali di materiale

di Francesca Ferri

GROSSETO. La sua azienda non vende oro e diamanti, che basta un sacchettino infilato in tasca e il bottino è assicurato. La Top ricambi di Riccardo Vanni in via Siria 90 a Grosseto vende pesantissimi e voluminosi pezzi di ricambio, componenti e kit per auto e moto. Roba da spaccarsi la schiena a portarla via in grandi quantità. Eppure nella notte tra il 1º e il 2 dicembre i ladri sono andati a rubargli proprio in negozio e hanno portato via tanta di quella roba da provocargli un danno di circa 200.000 euro. Un bottino che solo con un camion da 50-70 quintali può essere caricato, e non certo in cinque minuti. «Un furgone quella roba lì lo piega nel mezzo. E certo per caricarla hanno lavorato in piena tranquillità…», dice Vanni stringendo fra i denti rabbia e qualche imprecazione.

Quello alla sua ditta è il secondo maxifurto in zona in pochi giorni. Nel fine settimana i ladri hanno infatti svaligiato il magazzino della profumeria La Gardenia, in via Giordana, a pochi minuti da qui.

La Top ricambi è una delle ditte del settore fra le più conosciute in città, aperta otto anni fa, che dà lavoro a una decina di persone e si trova nella zona artigianale. Un posto neanche troppo isolato. Eppure i ladri hanno agito indisturbati.

«Me ne sono accorto stamattina (ieri per chi legge), quando sono arrivato alle 7 – dice Vanni –. Ho trovato il cancello d’ingresso che non funzionava e allora sono passato dal cancello dietro. A quel punto mi sono accorto che avevano smontato le cremagliere del cancello per aprirlo. Poi, probabilmente con delle leve, hanno aperto le porte e sono entrati dentro».

Una volta all’interno, i ladri hanno portato via tutto quello che potevano: frizioni, volani, kit per la distribuzione. Pezzi di ricambio probabilmente destinati al mercato nero.

Nessuno si è accorto di alcunché, nemmeno la vigilanza privata che Vanni ha ingaggiato per sorvegliare la zona. «In otto anni non avevamo mai avuto i ladri e non abbiamo telecamere di sorveglianza – dice il titolare – ma ce n’è una in fondo al capannone».

Ed è proprio su quelle riprese, oltre che su eventuali tracce e impronte che i ladri possono aver lasciato, che si concentrano le indagini della polizia. «Ma questi qua non sono mica fagiani…», dice Vanni.

Che si abbandona a un amarissimo sfogo. «Questo è il risultato dell’Italia dei servizi – dice –. Dieci giorni fa c’è stato un furto a un’altra ditta di ricambi della zona. C’è un allarme generale, non se ne può più. A me girano parecchio le scatole, per non dire altro… Già il lavoro non c’è, la gente paga poco. Poi vengono pure a rubarti e a ti portano via 200.000 euro di roba. Purtroppo al giorno d’oggi tutti ce ne sbattiamo di quello che succede all’altro. E questo è il risultato».

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