Femminicidio, troppi assassini tra le guardie giurate (chi controlla?)

Cronaca

08/06/2016

Femminicidio, troppi assassini tra le guardie giurate (chi controlla?)

Mario Basso

Dalle cronache degli ultimi mesi riguardanti i casi di femminicidio, balza agli occhi un fatto inquietante. Spesso, fin troppo, a macchiarsi di questi orrendi crimini sono guardie giurate. Un caso? Forse. Ma la domanda che si fa strada prepotentemente è: prima di mettere in mano a uno psicolabile una pistola chi ne verifica i requisiti?

I recenti casi di femminicidio parlano chiaro: ieri Michela Baldo, 29 anni, è stata uccisa da un colpo di pistola dal suo fidanzato Manuel Venier. Ex guardia giurata che ha aspettato che la ragazza tornasse a casa per spararle a bruciapelo. La sua colpa? Averlo lasciato. Prima di lei, lo scorso 28 maggio, era toccato alla 22enne Sara Di Pietrantonio, uccisa dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano, anche lui una guardia giurata, che le ha dato fuoco perché non si rassegnava alla rottura. Poche settimane prima, il tribunale di Roma ha inflitto cinque anni di reclusione per omicidio colposo ad Alessandro Popeo, guardia giurata finita a processo con l’accusa di aver ucciso, sparando con la sua pistola di ordinanza, l’ex compagna, Natascia Meatta.

Nel giro di un mese, tre storie di vigilantes rivelatisi assassini. Una coincidenza? Chissà. Fortunatamente non sempre sono riusciti nel loro intento: lo scorso 9 maggio, ad esempio, a Roma, una guardia giurata si è “limitata” a picchiare la fidanzata in un bar, puntando la pistola di ordinanza contro chi aveva tentato di intervenire. Nove mesi fa, a San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, una guardia giurata ha tentato di uccidere la moglie con la propria pistola e poi si è tolto la vita.

Probabilmente se ci fosse una casistica dettagliata sui casi di femminicidio, si scoprirebbe che – chissà? – ad uccidere la propria compagna sono più spesso gli impiegati o, forse, gli imbianchini. Un mestiere vale l’altro. O forse no. Forse quando sei psicologicamente instabile (come solo un uomo che arriva ad uccidere la propria compagna perché incapace di accettare una rottura può essere) non è il caso che ti mettano in mano una pistola, dandoti il vantaggio di non doverti sbattere troppo a cercare l’arma del delitto.

Dunque, chi verifica i requisiti psico-fisici di un candidato a questo mestiere? Si fa un esame serio e scrupoloso oppure è come quando richiedi il certificato di sana e robusta costituzione per la palestra?

Spesso l’omicidio viene premeditato nel tempo, conclusione efferata di uno stato di malessere trascinatosi per giorni, settimane, mesi. Forse, se si facessero controlli approfonditi a monte, e verifiche periodiche nel corso del servizio, si potrebbero prevedere situazioni potenzialmente a rischio. Intanto chi, con leggerezza, ha armato quelle mani assassine forse dovrebbe chiedersi se ha qualche responsabilità (quantomeno morale) in questi omicidi.

http://www.lultimaribattuta.it/48203_femminicidio-guardie-giurate

Femminicidio, troppi assassini tra le guardie giurate (chi controlla?)ultima modifica: 2016-06-09T12:00:00+02:00da sagittario290

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