Terzo furto al liceo Curiel, arrivano le guardie armate

MattinoPadova

Cronaca

13 gennaio 2016

Terzo furto al liceo Curiel, arrivano le guardie armate

I ladri hanno scassinato ancora una volta tutte le macchinette delle merendine. Il direttore amministrativo: «Per difenderci ora serve la vigilanza privata»

di Alice Ferretti

PADOVA. Terzo furto in tredici giorni al liceo scientifico Curiel. Sono stati nuovamente svuotati i distributori di merendine e bevande calde. Ora la scuola ha deciso di ricorrere alla vigilanza privata. Da oggi l’istituto superiore di via Durer, all’Arcella, sarà sorvegliato dall’occhio vigile della Civis. Le guardie armate, che saranno pagate con i fondi della scuola, dall’orario di chiusura fino alla mattina passeranno più volte a controllare l’istituto e a verificare che tutto sia regolare. Nonostante infatti il Curiel sia dotato di un sistema d’allarme i predoni che hanno agito nell’ultimo periodo non si sono mai fatti intimorire. Anzi, durante l’ultimo colpo, avvenuto lunedì notte, sono riusciti perfino ad aggirare l’antifurto in modo da non farlo scattare. Come? I malviventi hanno cambiato l’accesso da cui entrare.

Se nei due furti precedenti, avvenuti rispettivamente il 30 dicembre e il 2 gennaio scorsi, avevano utilizzato le porte sul retro che sono posizionate proprio di fronte al sensore dell’allarme, questa volta si sono serviti dell’ingresso dell’aula magna. Sono così riusciti a rimanere coperti dal raggio d’azione dell’antifurto e hanno potuto svuotare indisturbati le macchinette di merendine e bevande calde. «Non sappiamo davvero più come fare», spiega preoccupata Rosa Maria Filippone, direttore amministrativo della scuola. «Stamattina (ieri) abbiamo stipulato un contratto con la Civis, speriamo che serva da deterrente».

È stata proprio la direttrice amministrativa ieri mattina alle 7.15 al suo arrivo a scuola ad accorgersi della terza incursione dei predoni. «Sono andata a prendermi un caffè e ho trovato tutte le macchinette e la fotocopiatrice a monete scassinate e svuotate», continua Rosa Maria Filippone, che poi commenta: «Purtroppo questa scuola è un colabrodo per quel che riguarda gli accessi. Ce ne sono tanti e come si è visto è un attimo aprirli. Bisognerebbe che la Provincia intervenisse con dei lavori».

In tutti e tre i raid i malviventi sono entrati scassinando le porte, probabilmente con l’aiuto di un piede di porco. La prima volta sono entrati in azione attorno alle 21 ma, forse disturbati dal custode accorso allo scattare dell’antifurto, sono riusciti a svuotare solo 3 macchinette su 5. Dopo 48 ore sono tornati a completare l’opera, questa volta sulle 23, quando oltre alle macchinette di merende e bevande hanno manomesso anche la fotocopiatrice a monetine. «Sembra quasi uno scherzo e noi cominciamo ad essere anche in imbarazzo con le ditte fornitrici delle macchinette».

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