Guardie giurate: la crisi del settore

Termolionline

Attualità

22 ottobre, 2015

Guardie giurate: la crisi del settore

LARINO. La categoria delle “guardie giurate” (in Molise gli operatori sono 300, sparsi in 10 Istituti) versa in crisi. Sugli addetti, oltre al calo della domanda di sicurezza, incombe l’indifferenza delle istituzioni. Di sovente le regole contrattuali vengono disattese, come nel caso dei cambi di appalto, quando un’azienda subentrata ad un’altra deve impegnarsi ad assorbire i lavoratori già operativi ma non lo fa. Quando ciò non accada, vengono licenziate persino risorse umane in servizio da decenni. Ed ecco perché, nella 20.a regione, questa categoria sciopera spesso ad onta dei tentativi di conciliazione esercitati dalle Prefetture. Purtroppo, in un’Italia che pure mostra di avere paura, cresce sempre di più il numero di chi esercita un’attività produttiva e preferisce acquistare una pistola od un fucile. Ne è derivato un calo della domanda che ha fatto conseguire agli Istituti utili inferiori a quelli sperati. Sino a qualche anno fa fra i loro clienti c’erano diversi Centri commerciali. Molti hanno ciuso, e quelli che hanno resistito hanno ritenuto più opportuno e conveniente rimpiazzare la vigilanza armata con il cosiddetto servizio di portierato a cui viene adibito personale che non ha in dotazione un revolver. Perciò, attualmente, i metronotte prestano servizio soprattutto dinanzi alle sedi degli istituti bancari, nelle astanterie di diverse Pubbliche amministrazioni ed all’ingresso dei Tribunali.

Un tempo questo settore non era in crisi. Prima dell’attentato alle “Torri gemelle” le unità lavorative italiane ammontavano a poco più di 20mila. Successivamente, ad una lievitazione del fatturato pari al 5% annuo, corrispose un consistente aumento delle assunzioni. Ma, dal 2008, a fronte di un calo degli utili, cominciarono a prendere piede i licenziamenti benché le grandi organizzazioni del commercio rivelassero che sei commercianti su dieci ritenevano che il livello di sicurezza non fosse migliorato e tre su dieci lo giudicavano addirittura peggiorato. Evidentemente la situazione del Molise (almeno apparentemente) non è la stessa di quella campana (dove, non a caso, operano oltre 100 aziende addette alla sorveglianza), di quella lombarda (150) o di quella pugliese. Presentemente soltanto il 5% del fatturato della sicurezza privata viene dall’esercizio della guardiania (in armi) delle residenze private. Se ne deduce che i metronotte hanno quasi sempre lavorato per gli istituti di credito e per gli esercizi commerciali che, oggi, mostrano invece di preferire altre soluzioni. Un rapporto stilato da “Federsicurezza” incolpa la cosiddetta localizzazione satellitare e prevede un ulteriore calo di richieste della prestazioni. Insomma in Molise, la situazione tende al ribasso e nel settore non regna l’ottimismo.

L’”Eurispes” riferisce che circa cinque milioni di persone detengono un’arma da fuoco. Si tratta di dati che vanno contestualizzati dal momento che molti richiedono licenze per uso sportivo (più facili da conseguire) pur di armarsi. Tutto ciò comporta che il mercato delle armi sta attraversando una contingenza di discreta salute. E, mentre le Aziende di sorveglianza vivacchiano in una crisi nera, gli Italiani si armano direttamente, con la sola eccezione dei Molisani i cui acquisti, effettuati nelle poche armerie della regione, hanno fatto registrare soltanto un lievissimo incremento. Perciò, l’unica soddisfazione per i Metronotte è derivata dall’avere lucrato la sospirata qualifica di incaricati di pubblico servizio che – se li pone un gradino al di sopra dei comuni cittadini autorizzati a sparare – comunque continua ad inquadrarli al di sotto degli agenti di p.s. che vantano ben altre funzioni. Per fortuna, gli Uffici provinciali del lavoro non li considerano più operai generici. Ma, nonostante ciò, lo stipendio si aggira tuttora sui 1.200-1.300 euro netti, cui però occorre aggiungere le competenze per le eventuali prestazioni straordinarie.

Ultima nota dolente: un’indagine a campione ha rivelato che al 50% dei metronotte non viene somministrata la formazione adatta (in materia di esercitazioni di tiro) che si consegue previo allenamento al poligono. Il 60% di essi ritiene di svolgere un’attività insoddisfacente, dal momento che considera la propria solo un ripiego. Il 50% ha scelta quest’ultima esclusivamente per sbarcare il lunario. Alla luce di tali premesse che fine farà la vigilanza armata in Molise? Secondo la locale UILTuCS “il periodo è critico. Persino gli inquilini di Palazzo Moffa hanno dovuto recepire la ‘spending review‘ e sono stati costretti a tagliare diverse postazioni di vigilanza armata davanti alle Sedi“. Ma forse avrebbero potuto preoccuparsi di resettare ben altre spese, soprattutto certe forme evidenti di sprechi.

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Guardie giurate: la crisi del settoreultima modifica: 2015-10-23T11:45:10+02:00da sagittario290