Cronaca
4 settembre 2015 | 08:34
i 300 uomini distribuiti negli scali ferroviari della lombardia e spacciati per vigilantes
La beffa delle guardie in stazione
Solo un servizio di portierato
Assovigilanza: «Non hanno titolo per intervenire, Trenord ha voluto risparmiare». L’assessore regionale: «Da noi solo l’input». E la società non commenta
di Fabio Paravisi
L’assessore specifica: «Io li chiamo “vigilants”». Trenord precisa: «Per noi sono “operatori di security”». Una cosa è certa: gli uomini con pettorina verde che da quattro giorni stanno perlustrando la stazione ferroviaria non sono guardie giurate. Quindi hanno facoltà di intervento limitate, non sono armati e non sono autorizzati a portare con sé nemmeno un manganello (pardon: «distanziatore» o «bastone animato», come lo definisce il disciplinare della questura). E non avrebbero quindi nemmeno titolo ad effettuare i servizi di controllo che stanno eseguendo fra treni e stazioni della Bergamasca e del resto della Lombardia.
La rivolta delle guardie (vere)
L’attacco viene da Dario La Ferla, dirigente dell’istituto «Sorveglianza italiana» di Bergamo e consigliere nazionale dell’organismo di categoria Assovigilanza: «Siamo intenzionati ad intervenire perché non si capisce a che titolo e con quali garanzie quegli uomini stiano operando. Secondo il testo unico di sicurezza la tutela delle persone spetta alle forze di polizia, mentre quella dei beni mobili o immobili è di pertinenza, oltre che delle forze dell’ordine, anche delle guardie particolari giurate. Cioè persone che hanno alle spalle severi controlli di questura e prefettura, addestramenti specifici, porto d’armi e infine il giuramento di fedeltà alla Repubblica. Non sappiamo invece chi siano quelle persone, che passato abbiano, che addestramento possiedano e come possano operare».
«Trenord ha voluto risparmiare»
Per sapere come operino a Bergamo basta vedere il bilancio dei primi tre giorni: hanno dato una calmata a una decina di giovani che volevano salire in treno senza biglietto e hanno scortato i controllori, anche se hanno trascorso la maggior parte del tempo a dare informazioni ai viaggiatori su treni e binari. «Compiti non diversi da quelli del portiere davanti a un palazzo o un negozio», commenta La Ferla. E in effetti la «GF Protection» di Milano, cui appartengono i «vigilanti», ha in catalogo stewarding, servizi di portierato, controllo, cortesia e accompagnamento, scorte con auto blindate e investigazioni. Ma nessuno dei suoi 300 dipendenti è una guardia giurata. «Ma se succede qualcosa – incalza La Ferla – sia che intervengano in prima persona sia che chiamino la Polfer, svolgono compiti da guardia giurata senza esserlo. Trenord ha voluto risparmiare: una guardia giurata costa 22 euro l’ora, per costoro si scende a 12 se non a 9. Ed è la seconda volta che ci prova».
La risposta dell’assessore: «Da noi solo l’input»
Nel giugno 2012, infatti, dopo l’incendio di un vagone, Trenord mandò fra i binari alcuni addetti alla sicurezza con tanto di mastini. Era però calata la mannaia dell’allora prefetto Camillo Andreana: i servizi come quelli, aveva spiegato, erano di pertinenza delle guardie giurate. E i cani erano tornati nelle cucce. Stavolta la prefettura non sembra intenzionata a intervenire: «Faremo le valutazioni del caso, ma il servizio sembra diverso da quello di allora», spiegano da via Tasso. «Noi abbiamo dato l’input e il finanziamento – premette l’assessore regionale ai Trasporti Alessandro Sorte – del resto si è occupata Trenord». La quale preferisce non entrare nella questione. Nei giorni scorsi aveva annunciato: «Il Security Team ha una funzione deterrente verso comportamenti che, prevalentemente in occasione del controllo dei biglietti, degenerano in reazioni aggressive o in atti vandalici». «Non abbiamo voluto inviare nelle stazioni delle guardie armate – continua Sorte – per non trasformarle in un Far West. Ma si tratta comunque di uomini addestrati e di una certa stazza, e quindi in grado di dissuadere i malviventi. Già adesso, con il servizio di scorta dei controllori, stiamo avendo dei buoni riscontri sul problema dei biglietti. Di fronte alla latitanza del governo noi abbiamo dato un segnale positivo e credo che chi frequenta le stazioni sia soddisfatto».