Cronaca
01 maggio 2015
La gang di accattoni torna nei parcheggi
Scacciati i gruppetti di rumeni piazzati da un “caporale” per spillare denaro tra auto in sosta, passanti e camere ardenti
Parcheggi di via del Pozzo: terreno sempre fertile per gli accattoni. La retata di un mese fa non è servita a eliminare un problema sentito da chi deve parcheggiare per andare al Policlinico o al Poliambulatorio. E anche ieri la polizia è arrivata per ben due volte per svolgere controlli tra le auto in sosta cercando di fermare i parcheggiatori abusivi.
«Sono sempre quelli», esclama chi li vede spesso. Sono sempre gli stessi, quasi tutti rumeni, che ogni mattina vengono piazzati dal loro boss, un caporale dell’accattonaggio. Arrivano alla mattina presto e si sistemano sul pezzo di parcheggio che decide il boss e, in base alle sue istruzioni, devono darsi da fare per raccogliere denaro da chi passa. I primi sono medici, infermieri e impiegati che lavorano sia al Policlinico che nella grande struttura del Poliambulatorio. Ci sono però anche due accattoni piazzati in fondo proprio di fronte alle camere ardenti.
Stazionano lì per tutta la giornata lavorativa, bivaccano vicino alle macchinette delle bibite, si lavano alla fontana. Stanno continuamente a contatto con i parenti del defunti che già si trovano lì nel lutto e nell’angoscia e devono anche subire la presenza spesso molesta della coppia assegnata davanti alla chiesa in cerca di spiccioli. Un’altra coppia deve percorrere in lungo e il largo quel parcheggio tentando di spillare più soldi che può. Fermano gli automobilisti con qualche scusa. Si fanno aprire i finestrini. Indicano i parcheggi con sistemi aggressivi e molesti. Fanno parcheggiare dove vogliono loro. Tutto e sempre per un euro o 50 centesimi. Proprio come fa la coppia di loro “colleghi” piazzata sul parcheggio interno del Policlinico. La tensione è spesso palpabile, perché oltre alle “prestazioni” non richieste per parcheggiare, questi accattoni spingono gli automobilisti a sganciare qualcosa alzando la voce, usando toni forti e a volte anche insultandoli, se non ottengono niente o litigano. Anche con gli anziani.
Le lamentele sono tante e note. Purtroppo sono sempre le stesse che venivano fatte prima dell’ultimo blitz della polizia e della municipale, un mese fa.
Anche le guardie giurate della Coopservice passano molto tempo nell’arco di una giornata lavorativa a rintracciare questi accattoni e parcheggiatori abusivi, a stanarli dai cespugli dove si nascondono, a fermarli, a controllarli e a segnalarli alle forze dell’ordine. Ma poi non succede niente e ogni giorno le segnalazioni crescono finchè non scatta ogni tanto un blitz che libera i parcheggi per qualche giorno. Poi tutto riprende. Come sta accadendo in questi giorni. Torna il boss e piazza i suoi 5-6 uomini nei soliti punti sapendo che ogni giorno, di riffa o di raffa, lì tirano su soldi. Manda in giro solo adulti, mai ragazzini, sapendo che per chi sfrutta i minori ci sono disposizioni molto severe. Per i suoi uomini invece può scappare al massimo, oltre la segnalazione, un sequestro del denaro frutto dell’accattonaggio oppure un controllo accurato negli uffici delle forze dell’ordine. E quando gli impiegati sono ormai andati a casa e i parenti del pazienti calano, a metà pomeriggio, il gruppo sparisce.
Molti d loro si vedono da altre parti della città dove stazionano o trovano un rifugio: nella zona di via Giardini all’incrocio con viale Amendola, in centro storico e, punto di ritrovo ormai fisso per loro, davanti al sagrato di San Francesco.
La Squadra volante della polizia e la municipale sono sensibili alle continue lamentele dei frequentatori di via del Pozzo ma il loro impegno non basta scacciare questi accattoni molesti. La soluzione va ancora studiata e forse spetta ad altri decidere cosa fare.