Nell’Italia che ha paura, guardie giurate in crisi nera

Termolionline

Cronaca

16 aprile, 2015

Nell’Italia che ha paura, guardie giurate in crisi nera

di Claudio de Luca

LARINO. In Molise le guardie giurate stanno scioperando sin troppo spesso. Una scelta sofferta, ma obbligata, a causa delle carenze di liquidità di taluni Istituti. La Prefettura di Campobasso opera tentativi di conciliazione, ma l’astensione dal lavoro finisce con il rivelarsi una scelta obbligata per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su questi lavoratori. Nell’Italia che ha paura, cresce sempre di più il numero di chi acquisti una pistola od un fucile; e l’“esercito” dei metronotte sta attraversando una crisi nera. In Italia le aziende che operano nel settore ammontano a meno di un migliaio; tra queste le molisane (appena 4), con un numero complessivo di oltre 100 dipendenti. Il calo, registratosi negli appalti ha fatto conseguire utili inferiori a quelli sperati. Tra i clienti c’erano diversi centri commerciali che ora hanno ritenuto più opportuno e conveniente rimpiazzare la vigilanza armata con il cosiddetto servizio di portierato cui viene adibito personale proprio, vestito uniformemente ma senza revolver in dotazione. Perciò, attualmente, i metronotte prestano servizio soprattutto dinanzi alle sedi degli istituti bancari, nelle portinerie delle Pubbliche amministrazioni ed all’ingresso dei Tribunali.

Non sempre il settore è stato in crisi. Nel 2001, prima dell’attentato alle torri gemelle, le unità lavorative italiane erano poco più di 20mila. Successivamente, ad una lievitazione del fatturato pari al 5% annuo, è corrisposto un consistente aumento delle assunzioni. Ma nel 2008, a fronte di un calo degli utili, hanno cominciato a prendere piede i licenziamenti. E questo è accaduto benché la CONFCOMMERCIO e l’EURISKO abbiano rivelato che sei commercianti su dieci ritengano – sin dal 2007 – che il livello di sicurezza non sia migliorato mentre tre su dieci lo giudichino addirittura peggiore. Evidentemente la situazione del Molise (almeno apparentemente) non è la stessa di quella campana (dove, non a caso, operano oltre 100 aziende di sorveglianza), di quella lombarda (150) o di quella pugliese. Presentemente soltanto il 5% del fatturato della sicurezza privata viene dall’esercizio della guardiania in armi delle residenze private. Se ne deduce che i metronotte hanno quasi sempre lavorato per gli istituti di credito e per gli esercizi commerciali che, oggi, mostrano invece di preferire altre soluzioni. Il rapporto FEDERSICUREZZA dà la colpa alla cosiddetta localizzazione satellitare e prevede un ulteriore calo di richieste della prestazioni. Pure in Molise, la situazione tende al ribasso, cosicché nel settore non regna l’ottimismo

Un rapporto dell’EURISPES riferisce che circa cinque milioni di persone risultano detenere un’arma da fuoco. Si tratta di dati che vanno contestualizzati dal momento che sono in molti a richiedere licenze per uso sportivo (meno difficili da conseguire) pur di armarsi. Tutto ciò comporta che il mercato delle armi stia attraversando un periodo di discreta salute. Insomma, mentre le aziende di sorveglianza sono in crisi, gli Italiani si armano direttamente, forse con la sola eccezione dei Molisani i cui acquisti, effettuati nelle poche armerie della regione, hanno fatto registrare soltanto un lievissimo incremento. Perciò, l’unica soddisfazione per i metronotte è derivata dall’avere lucrato la sospirata qualifica di incaricati di pubblico servizio che – se li pone un gradino al di sopra dei comuni cittadini autorizzati a sparare – comunque continua ad inquadrarli al di sotto degli agenti di p.s. che vantano ben altre funzioni. Per fortuna, gli Uffici provinciali del lavoro non li considerano più operai generici. Ma, nonostante ciò, lo stipendio si aggira tuttora sui 1.200-1.300 euro netti, cui però occorre aggiungere le competenze per le eventuali prestazioni straordinarie.

Ultima nota dolente: un’indagine a campione ha rivelato: 1) che al 50% dei metronotte non viene somministrata la formazione adatta (in materia di esercitazioni di tiro) che si consegue previo allenamento al poligono; 2) che il 60% ritiene di svolgere un’attività insoddisfacente, considerando la propria un ripiego; 3) che il 50% l’ha scelta esclusivamente per la necessità di dovere sbarcare il lunario. Alla luce di tali premesse che fine farà la vigilanza armata in Molise? Secondo Pasquale Guarracino, Segretario Generale della UILTuCS Molise, “il periodo è critico. La Regione Molise da un lato sostiene di aver recepito la ‘spending review‘ (e di essere stata costretta, pertanto, a tagliare diverse postazioni di vigilanza armata presso le sue sedi), dall’altro non valuta altre forme di sprechi“.

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