«Lasciata per paura da una banda»

Cronaca

(9 dicembre 2011)

Le indagini Gli inquirenti escludono che sia stato pagato un riscatto. «Non sono professionisti»

«Lasciata per paura da una banda»

L’ arresto in primavera La pista dell’ uomo, che abita nella zona, arrestato in primavera con l’ accusa di aver chiesto un riscatto alla famiglia L’ ipotesi: un gruppo locale, si sentiva braccato. Caccia ai filmati Le tracce La cassa sarebbe stata lasciata nella notte, tra le 4 e le 5. Ris al lavoro per trovare tracce dei delinquenti

mike_cimitero.jpgMILANO – Avrebbero scelto l’ ora del sonno e del silenzio. Tra le quattro e le cinque del mattino. Quando i residenti dormono in pieno, le guardie giurate hanno finito i giri di vigilanza fuori dalle villette e le prostitute dell’ Est se ne sono andate sulla macchina dell’ ultimo cliente, per un passaggio verso casa o una stazione ferroviaria. Non sono criminali di professione. Restano, di questo gli investigatori sono convinti, degli aspiranti delinquenti se non proprio un gruppetto di spietati cialtroni da paese. E non hanno restituito la bara spinti dal rimorso: piuttosto se ne sono disfatti per paura, perché si sentono braccati dai carabinieri di Novara. Però ci sono stati, nell’ ultima azione della banda che ce l’ ha con Mike Bongiorno, scrupolo e cura dei dettagli. Forse hanno imparato tutto nelle serie televisive che scimmiottano i rilievi sulla scena del delitto. Nel caso, quanto siano stati bravi a imparare ce lo diranno gli specialisti dei Ris dei carabinieri, che stamane completeranno le analisi sulla cassa da morto. Si sono lasciati tracce alle spalle? Via per Cisliano, a Vittuone, è una strada a doppio senso di marcia dove ci entra un’ automobile alla volta. Bisogna far attenzione nella manovra, i lati sono costeggiati da rogge, canali, campi. La via, della lunghezza di un chilometro, collega due statali e al suo interno si divide per altre stradine, intervallate da casette, cascine ristrutturate, estesi prati utilizzati per le battute di caccia. C’ è una chiesetta, piccola e fragile, con un campanella introdotta da una scritta alla base della cordicella: «Tirare piano, grazie». Ci vengono gli amanti della corsa, le mamme a passeggiare con i bambini, gli innamorati a prendere un po’ d’ aria buona mano nella mano. Al fianco della chiesetta si distendono, quasi parallele, due rogge. Una terza le taglia in perpendicolare. Due metri di dislivello, venti-trenta centimetri d’ acqua. La bara è stata fatta scivolare dentro. Era pulita. Sopra non c’ erano fango né frasche. A conferma che è stata piazzata lì non troppo tempo prima del rinvenimento. I sequestratori, o chi per conto loro ha abbandonato la cassa, non avrebbero compiuto errori banali. Lasciare un mozzicone di sigaretta, dimenticarsi brandelli di vestiti artigliati dai rami e della vegetazione. Farsi notare, per l’ appunto, da una prostituta o una guardia giurata. Soprattutto dalle prime. Hanno l’ abitudine di memorizzare il maggior numero possibile di targhe e tipologie di veicoli. E se nei giorni scorsi ci fossero stati dei sopralluoghi da parte della banda? È stato visto un furgone (è probabile si siano serviti di un furgone per il trasporto)? C’ è un cartello stradale, c’ è scritto che Vittuone è un Comune assai videosorvegliato. Con tutti questi alberi, in via per Cisliano scende buio prima, ed è subito un buio da notte fonda. Telecamere non se ne vedono. Si chiederà oggi ai residenti se hanno qualche apparecchio a protezione delle abitazioni e se dunque eventuali telecamere private hanno immagazzinato dati utili. Difficile. Molto. Tanto, comunque, la domanda principale è un’ altra: perché hanno scelto Vittuone? Novemila abitanti, Vittuone è – lo è anche come zona di manovra del sottobosco criminale – riconducibile alla Lombardia e non al Piemonte, è a ridosso di Milano e non di Novara. La doppia specificazione è sottolineata, perfino con insistenza, dai carabinieri che si occupano del caso. Lombardia, Milano. Cercateli qui. Luigi Spera, 53 anni, ha la residenza a Settimo Milanese, a qualche chilometro da Vittuone. Spera, insieme a Pasquale Cianci (62 anni, domicilio a Milano), era stato arrestato in primavera con l’ accusa di aver telefonato alla famiglia Bongiorno per chiedere un riscatto. Riscatto che, hanno garantito gli investigatori, non è mai stato pagato. «Nessuna trattativa con la famiglia e, men che meno, con lo Stato». Perché Vittuone? Quanto lontano era il nascondiglio della bara? Centinaia di metri, una manciata di chilometri? Percorrendo le due statali non ci si avventura per caso in via per Cisliano. Di fronte alla chiesetta, per un buon margine utile il bordo della strada consente di parcheggiare con una certa facilità, senza ostacolare chi transita. Sul retro della chiesa c’ è abbastanza spazio in piano per appartarsi, nascondersi e aspettare l’ attimo giusto. In quel lasso di tempo, breve o lungo che sia stato, quelli della banda avranno avuto cellulari facilmente rintracciabili?

Galli Andrea

http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/09/Lasciata_per_paura_una_banda_co_8_111209025.shtml

«Lasciata per paura da una banda»ultima modifica: 2011-12-10T11:00:00+01:00da sagittario290