Cronaca
febbraio 25th, 2010
PAOLA. AVVERTIMENTO AD UNA DITTA: UNA TESTA DI MAIALE E’ STATA APPESA CON UN GANCIO AL CANCELLO D’INGRESSO.
Una testa di maiale è stata fatta recapitare presso la sede operativa di Paola della società Francesco Ventura Costruzioni Ferroviarie Srl, con sede legale in Roma. La macabra scoperta, legata presumibilmente all’azione incalzante del racket delle estorsioni, in una fase in cui gli equilibri mafiosi del territorio sono venuti meno a seguito di retate e pentimenti, è avvenuta intorno alle ore 7.30 di ieri in località Gaudimare, a nord di Paola. La guardia giurata in servizio di vigilanza presso la sede operativa dell’impresa Ventura, dove sono ubicati gli uffici amministrativi e il deposito degli automezzi, avvicinatasi all’ingresso dell’area per un controllo di routine, ha notato la testa del suino appesa con un gancio di ferro al cancello. L’addetto al servizio di sicurezza, pertanto, ha lanciato l’allarme. Dopo aver avvisato la proprietà, infatti, il vigilante ha chiamato i carabinieri della compagnia di Paola, guidati dal capitano Marco Gagliardo.
Sul posto è arrivata una gazzella del Nucleo operativo e radiomobile dell’Arma dei carabinieri per un sopralluogo di merito. Sono state quindi acquisite le registrazioni video realizzate dalle telecamere installate attorno al perimetro dell’immenso stabilimento. La testa di maiale è stata posta sotto sequestro dai carabinieri, e sul caso è stata predisposta una informativa “notizia di reato” per la procura della Repubblica di Paola, di cui è procuratore Bruno Giordano. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti, allo stato attuale, sono diverse, ma la pista maggiormente battuta è quella delle estorsioni, sia perchè la “Ventura Costruzioni” è un’azienda che fa gola alla mala perchè tra le prime sul mercato italiano come fornitore di Rfi, nonchè leader europea nel settore dello scartamento ridotto, con il parco attrezzature più grande ed innovativo; sia perchè è una ditta che dà lavoro a circa 500 famiglie. La ‘ndrangheta, dunque, ove mai fosse confermata la pista del racket, potrebbe essere interessata ad intascare somme di denaro a titolo di tangenti o, in alternativa, ottenere posti di lavoro. La storia criminale dei clan della provincia di Cosenza, tra l’altro, documenta – atti alla mano – che il crimine organizzato, negli anni, in un modo o nell’altro ha sempre “preso di mira” le ditte importanti del territorio, prima su tutti l’Impresa Ventura. Prima il clan di Paola, poi quello di San Lucido, infine la cosca di Amantea: tutti avrebbero preteso di intascare somme di denaro guadagnate col sudore della fronte degli altri. La ditta Ventura, dunque, secondo quanto dimostrano gli atti e confermano i pentiti, sarebbe stata oggetto di reiterate richieste estorsive sulla costa tirrenica cosentina. Non è quindi da escludere che anche tale macabro gesto anticipi future richieste “interessate” da parte di qualche clan. Contestualmente a ciò, si può anche ipotizzare l’azione di un “cane sciolto” che tenta di coprire settori restati vuoti, in zona, all’indomani di arresti di mafia e di pentimenti eccellenti. Sarà l’autorità giudiziaria, quindi, ad indagare per cercare di fare piena luce sul grave fatto di ieri mattina.