Poste e banche più protette le gang attaccano i blindati

Edizione CIRC_NORD

28/07/2009

Poste e banche più protette le gang attaccano i blindati

87859-rapina.jpgMARCO DI CATERINO Afragola. Sei rapine ai furgoni blindati in meno di tre mesi. Nell’area da nord di Napoli le bande di malviventi si sono scatenate, portando a segno una rapina ogni due settimane contro i portavalori. Un aumento di questo tipo di reato, che si spiega con l’adozione di particolari e migliori sistemi di difesa di banche, uffici postali e gioiellerie. La lista si apre con l’assalto di un commando di dieci malviventi a un blindato della Bsk Service, bloccato sulla circumvallazione esterna nel tratto tra Casoria e Casavatore, la mattima del 6 aprile. I malviventi scantenarono un inferno di fuoco con i fucili mitragliatori. Due settimane dopo, 20 aprile, un altro mezzo corazzato della stessa società, fu assaltato in pieno centro di Casoria. I malviventi si impossessarono di 250mila euro. Il 15 maggio sei banditi che si erano nascosti in un furgone, lasciato in sosta nel parcheggio di un grossista di casalinghi a Frattamaggiore, sbucarono dal vano del Fiat Fiorino, quando uno dei VIGILANTES del «Il Notturno» usciva dai locali dell’azienda dove aveva prelevato la sacca con l’incasso. I malviventi spararono all’impazzata mirando ad altezza d’uomo, nonostante che uno dei poliziotti privati avesse a sua volta esploso diversi colpi con l’arma di ordinanza. Il colpo fruttò centomila euro. Il colpo successivo fu davvero spettacolare. La mattina del tre giugno in via Michelangelo a Carditello, la frazione di Cardito, i malviventi utilizzarono un autocompattatore da venti tonnellate, come una sorta di ariete per sfondare un mezzo blindato della Bsk Servis. L’assalto avvenne alle 9 di fronte a una scuola elementare e materna, mentre i ragazzini entravano in classe. L’azione del grosso automezzo dei banditi distrusse dieci auto in sosta. I rapinatori, oltre a esplodere una cinquantina di colpi tra le mamme terrorizzate, utilizzarono anche un potente flex, del tipo in dotazione ai vigili del fuoco, per tagliare la pesante corazza del mezzo, che era dotata di una particolare cassaforte realizzata con una lega metallica, che sfruttando il calore sprigionato dal disco del flex, si ricompatta come avviene del corso di una saldatura. Quella volta, il colpo fallì. Nei primi giorni di luglio, un altro assalto al blindato. A Caivano, corso Umberto, nei pressi della Banca Popolare di Torre del Greco, quattro malviventi nascosti in un edificio abbandonato, sparando per uccidere bloccarono il VIGILANTES che usciva dalla banca con la sacca che conteneva 70mila euro. L’altra notte, in questo inquietante scenario, è comparso l’esplosivo.

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Vigilanza armata in ospedale bocciato l’appalto alla coop

Edizione SALERNO

19/07/2009

IL VERDETTO DEL TAR

Vigilanza armata in ospedale bocciato l’appalto alla coop

HE10_3284.jpgSABATO LEO Servizio annuale di vigilanza armata delle aree ospedaliere di San Leonardo: il Tribunale amministrativo regionale ha bocciato l’appalto, espletato dall’Azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ed ha escluso la ditta vincitrice, la cooperativa San Michele, di Sarno. I giudici di piazza San Tommaso d’Aquino sono intervenuti su ricorso della costituenda Ati Ipervigile, Cooperativa Doria e Guardian ed hanno accolto la domanda sospensiva del deliberato di affidamento del servizio, firmata lo scorso 25 maggio dal direttore generale, Attilio Bianchi. Il Tar ha così sentenziato: «il ricorso appare, prima facie, assistito da sufficienti elementi di fondatezza». La coop San Michele, una delle cinque imprese partecipanti alla gara, era stata dichiarata aggiudicataria dell’appalto perché aveva offerto un costo orario di 11,98 euro per GUARDIA GIURATA. L’Ati ricorrente, invece, aveva richiesto un costo orario di € 13,49 per ciascun agente in servizio. Secondo l’Ati, firmataria del ricorso, la offerta della Coop San Michele era sicuramente anomala perché non copre il costo del personale, che è pari ad almeno 12,72 euro per ciascun addetto. Il costo offerto, d’altra parte, non comprendeva una pluralità di voci che, invece, sono obbligatorie in base alla contrattazione collettiva di settore. In particolare, l’impresa aggiudicataria non aveva conteggiato nel costo orario le voci retributive relative al diritto allo studio, alle assemblea sindacali, alla riduzione dell’orario di lavoro, alla rivalutazione del fondo di accantonamento del Tfr ed al contributo di assistenza contrattuale. In queste condizioni – aggiungeva il ricorso – l’offerta della coop San Michele andava sicuramente esclusa dalla procedura aperta per l’evidente antieconomicità, non rilevata, peraltro, dal seggio di gara, insediato dal manager Bianchi. La commissione giudicatrice, infatti, aveva recepito acriticamente le affermazioni dell’impresa dichiarata vincitrice. Il Tar ha ritenuto fondato il ricorso dell’Ati Ipervigile-Coopewrativa Doria-Guardian, che era stato predisposto dagli avvocati Feliciana Ferrentino e Lorenzo Lentini, ed ha messo ko il deliberato dell’Azienda ospedaliera Ruggi d’Aragona, che non si è costituita nel processo.

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Giù dal balcone: muore bimbo di diciotto mesi

Edizione NAZIONALE

12/07/2009

Giù dal balcone: muore bimbo di diciotto mesi

17690-bimbo.jpgRoma. Un volo di circa quindici metri. Il corpo del piccolo Emanuele è rimasto a terra immobile. Per gli inquirenti si tratta di una tragica fatalità, una disgrazia dovuta con tutta probabilità a un attimo di disattenzione. Via Lablache, zona Serpentara, estrema periferia di Roma. In un appartamento al quinto piano di un fabbricato di edilizia popolare c’è un bambino di appena 18 mesi che gioca. Con il piccolo c’è solo la zia. La madre, una ragazza romana di 21 anni, e il padre, anche lui giovanissimo e di origini nordafricane, non sono in casa. In una tranquilla mattina di luglio in pochi secondi si consuma la tragedia. Il bimbo, forse sfuggito improvvisamente allo sguardo della zia, si avvicina al balcone e si arrampica fino al parapetto. È una questione di secondi, Emanuele cade, rimbalza su una tenda del terzo piano e si schianta sui gradini di accesso al condominio. Una caduta violenta. Una GUARDIA GIURATA assiste al tragico volo e dà l’allarme. Dopo pochi istanti la zia si rende conto di cosa è accaduto. La donna grida, urla frasi sconnesse e si sente male. L’ambulanza del 118 arriva dopo pochi minuti, non più di sette. I medici capiscono subito che la situazione è drammatica. Il piccolo ha sbattuto la testa, ha perso molto sangue. La corsa verso il Policlinico Sant’Andrea risulta vana: Emanuele muore durante il trasporto. Sul posto arrivano anche gli uomini della Mobile per i rilievi. Vengono ascoltati i parenti. La madre non si dà pace. «Ridatemi mio figlio», urla agli agenti che la interrogano.

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