«Non è pericoloso» Gli ridanno la pistola e lui uccide la moglie

Terribile retroscena nell’omicidio di via Fossata

«Non è pericoloso» Gli ridanno la pistola e lui uccide la moglie

2c099e09f65cedb04fc6630787c9dffd.jpgBARRIERA DI MILANO (TORINO) 20/05/2008 – I carabinieri gli avevano ritirato la pistola, ma la Prefettura gliela aveva restituita. «Non erano stati ravvisati elementi che facessero pensare a gesti inconsulti», sostengono ora in piazza Castello. Raffaele Cesarano, guardia giurata di 35 anni, «non era pericoloso».
Domenica sera, però, con la stessa calibro nove di cui era rientrato in possesso dopo meno di un mese, ha esploso undici colpi. Sette per freddare l’ex moglie. Quattro per punire, evirandolo, quello che credeva fosse il suo amante.

La scena della mattanza
I due corpi rimangono a terra. Elisa Beatrice Rattazzi, 32 anni, addetta alle pulizie in una cooperativa, giace sul marciapiede in una pozza di sangue. Le sue condizioni paiono fin da subito disperate e, trasportata al Giovanni Bosco, muore poco dopo. Giuseppe Cardella, operaio di 33 anni, il presunto amante, è sdraiato a terra dall’altra parte della strada. Riesce a muovere soltanto la testa e un braccio. Cerca l’amica con lo sguardo, si dimena, implora aiuto ai numerosi passanti che hanno assistito all’esecuzione. Dalle case che si affacciano sulla stradina di Barriera di Milano hanno sentito le grida, i colpi, e visto il killer fuggire a tutta velocità con la sua utilitaria.

«Arrestatemi, l’ho uccisa»
Raffaele Cesarano, 35 anni, guardia giurata della Securitalia, giustiziata la moglie e punito l’amante, sale in auto e si va a costituire. «Arrestatemi – dice ai carabinieri della stazione Barriera di Milano – ho sparato a mia moglie e al suo amante». I militari lo conoscono già. Sanno delle liti, dei suoi scatti di gelosia, delle paure di una moglie che, qualche mese fa, ha deciso di andarsene. Di lasciarlo. Di tornare dai suoi, in via Ivrea, e di cambiare vita. Ma “Lele” non accetta la separazione. Continua ad insistere, vuole vivere con lei e con i loro figli di 6 e 7 anni.

«Non era pericoloso»
Elisa, a marzo, decide di andare dai carabinieri. Racconta tutto. Parla di liti, minacce, violenze e gli uomini dell’Arma dispongono il sequestro cautelativo dell’arma di ordinanza detenuta dalla guardia giurata. Quella stessa 9×21 Tanfoglio che, l’altra sera, ha riconsegnato ai carabinieri ancora fumante. E ora i parenti della vittima si chiedono perché. «Perché ridargliela? – domandano, straziati – sapevano che era pericoloso, e che l’aveva già minacciata». La risposta è nelle carte depositate in quella Prefettura che non aveva ravvisato elementi di pericolosità tali da far pensare a gesti inconsulti. Anzi, il fascicolo relativo alla documentazione per il porto d’armi di Cesarano – in scadenza in questi giorni – reca anche una attestazione medica di idoneità.

«Se dovessimo togliere tutte le armi di ordinanza a guardie giurate o esponenti delle forze dell’ordine che hanno un contenzioso familiare in corso – dicono in Prefettura – ci sarebbero un sacco di disoccupati in più». Raffaele Cesarano, rientrato in possesso dell’arma, riprende servizio. Lavora sodo, anche nei festivi. Domenica chiama la moglie, le dice di voler vedere i figli e le dà un appuntamento in via Fossata. Lei si presenta con un amico, Giuseppe Cardella, con l’ex convivente di quest’ultimo, e con un cugino. Scoppia una lite, con Cesarano che accusa Cardella di essere l’amante dell’ex moglie. Lui nega, ma la situazione degenera. Il cugino della donna porta via i bambini. Quando l’auto con a bordo i piccoli ha già svoltato, scoppia l’inferno. Undici colpi. Sette per uccidere lei. Quattro per punire lui. Cardella, colpito ad un braccio e ad un testicolo, viene ricoverato in prognosi riservata al Maria Vittoria. Le sue condizioni sono gravi, ma non è in pericolo di vita.

Scritto da: Stefano Tamagnone – tamagnone@cronacaqui.it

«Non è pericoloso» Gli ridanno la pistola e lui uccide la moglieultima modifica: 2008-05-21T11:00:00+02:00da sagittario290